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L'allevamento

Il nostro è un  allevamento "per passione". Abbiamo Maine Coon dal 2008 ma solo dal 2010 ...

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Chi Siamo

Siamo Carla e Gianni e un po' di tempo fa decidemmo di prendere una coppia di gatti e quindi abbiamo cominciato a prendere ...

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Cos'è un hosting?

JonathanDall'Inglese hosting, significa "ospitare". In ambito allevamento felino si chiama così un tipico contratto tra un allevatore e un privato relativo alla gestione di un gatto. L'allevatore consegna un gatto a un "ospite" che lo accudirà in tutto e per tutto pur non essendone il proprietario. I motivi che spingono verso questa forma contrattuale sono molteplici. Vi illustro i miei.

Quando ho visto la prima cucciolata di Penelope (figlia di Crissie e Bono) il desiderio di riportarmi a casa un po' del DNA dei miei capostipiti (Crissie e Bono erano ormai sterilizzati) era fortissimo. Però due giovanotti (Rhum e Serafino) nello stesso appartamento sarebbero stati di difficile gestione, e la femmina sotto lo stesso tetto con il fratello e lo "zio" era troppo a rischio inbreeding. Quindi Serafino è andato a stare da Chiara e Safira da Pia e Alessia.

Io resterò proprietaria di entrambi finchè saranno dentro al mio programma di allevamento, poi farò il passaggio di proprietà e saranno definitivamente "loro".

Altri casi possono prevedere il raggiungimento di alcuni obiettivi: per esempio l'allevatore ha altri gatti da portare in expò e ha bisogno di un "ospite/espositore" che faccia fare la carriera espositiva al gatto. Quindi a fine campionato, ottenuti i titoli in obiettivo, si fa il passaggio di proprietà.

Per chi ospita può essere un modo per realizzare un sogno che altrimenti resterebbe tale, perchè molti allevatori non cedono cuccioli da riproduzione finchè sono parte attiva del progetto di allevamento. Può essere un modo per avviare un allevamento tenendo contenuti i costi di partenza, o semplicamente avere un gatto senza pagarlo rinunciando per qualche tempo ai diritti di proprietà. 

Ci possono essere diverse forme di Hosting, sia con accordi economici sia con forme di "uso" parziale (monte o cuccioli) ma qui veramente la possibilità di scelta è vastissima e i due soggetti interessati dovranno accordarsi e mettere per iscritto quanto più possibile. 

I costi di un cucciolo

Queenie Crissie DSC 1374Come si calcola il costo di un cucciolo? 

Non si calcola: affettivamente non ha prezzo! Economicamente... non conviene. Io ho smesso di fare i conti di quanto spendiamo per evitare argomenti contro di me in una eventuale causa di DIVORZIO!

Ma vediamo perché: occorrono due buoni riproduttori. Facciamo anche l'ipotesi più economica (o più facile da calcolare) che io ho la femmina e la monta la prendo esterna.

Io i miei riproduttori li ho pagati dai € 1.400 in su. Una monta di un riproduttore del livello di quelli che uso io (Rhum per esempio che è Supreme Champion) costa € 1.500.

 La mia femmina non partorirà prima di:

  • aver compiuto almeno un anno di età
  • aver fatto il test del DNA per l'HCM felina 
  • aver fatto almeno un ecocardiogramma per HCM felina
  • aver fatto tutte le vaccinazioni e tutti i richiami
  • aver fatto due test per FIV e FELV a distanza di uno/2 mesi (per la monta esterna è indispensabile)
  • aver fatto il test del gruppo sanguigno (lo deve fare anche il maschio)
  • aver fatto un esame coprologico per verificare l'assenza di parassiti intestinali 
  • sia stata visitata approfonditamente dal veterinario e considerata in buone condizioni per sostenere una gravidanza.

A questo punto si comincia a integrare l'alimentazione; già i miei gatti hanno sempre mangiato cibo superpremium, però intanto che i vari calori non venivano portati a concepimento può essere successo che la gatta sia andata sottopeso o comunque abbia da recuperare un po' di stress (per alcune gatte il calore è in assoluto la fonte più grande di stress). Quindi Integratori Alimentari.

Arriva il calore e si mettono insieme i due gatti. Facciamo finta che vada a buon fine il primo tentativo, dopo 21 giorni si fa una ecografia per vedere se ci sono camere gestazionali attive, con i cuoricini pulsanti (che emozione!), cioè se la gatta è incinta e va tutto bene.

Se sì, la gatta deve già aver messo su peso e continuare, quindi la peso ogni settimana per vedere se dare altri integratori alimentari o solo la pappa Superpremium Kitten (la più nutriente).

Sto per scaramanzia evitando di citare fatti sgradevoli che possono accadere in gravidanza e che richiedono cure, così come non voglio affermare che accadano sempre, ma bisogna essere pronti ad ogni evenienza, di solito portafoglio alla mano.

Se fino a qui è filato tutto liscio comincia il conto alla rovescia e il parto è previsto tra il 65° e il 70° giorno dall'ultimo accoppiamento. Quindi verso il 60° si torna dal veterinario a fare una lastra per contare quante testine, quante spine dorsali... non è solo la curiosità di chi aspetta da due mesi, perché sapere con la maggiore precisione possibile quanti cuccioli devono nascere è fondamentale per il post-parto.

Il parto avviene solitamente in casa, spesso di notte. C'è chi si prepara con una nursery e un termoforo, chi una cesta, chi sa benissimo che la sua gatta si troverà da sola il luogo in cui partorire contro tutti i nostri tentativi di sviare la sua attenzione.

Gli allevatori più avveduti hanno tutto quel che serve, i più esperti sanno bene cosa fare, tecniche di rianimazione, aspirazione del liquido dai nasini nel caso questi facciano fatica a respirare... insomma si cerca di far sopravvivere tutti i gattini nati vivi.

Se dalle lastre risultava un numero di cuccioli superiore a quelli usciti naturalmente, bisogna immediatamente avvisare il veterinario: può succedere che gattini morti in utero non si siano girati nella posizione pro-parto e che la mamma non riesca ad espellerli. Per questo è fondamentale sapere quanti cuccioli sono in grembo: un cucciolo morto non partorito porta in breve ad infezioni anche fatali, con conseguente rischio morte anche di tutti gli altri se non si faranno allattare artificialmente o se noi non saremo in grado di farlo. A quel punto si deve intervenire chirurgicamente, magari dopo aver provato con ossitocina.

Appena nati si controlla che la mamma sappia cosa fare: può accadere che sia troppo giovane e non faccia nulla, per cui va aiutata in tutto, oppure che abbia un istinto fantastico e neanche voglia essere aiutata. In ogni caso i piccoli vanno pesati tutti alla nascita e identificati, per poter controllare che la crescita sia costante e regolare almeno fino a due settimane dopo lo svezzamento, per i più pignoli fino alla seconda vaccinazione. 

Per tutto il tempo dell'allattamento la mamma dovrà mangiare cibo kitten o queen, addirittura c'è chi dà il Recovery o il Booster... in base a quanti gattini sono nati.  Più numerosa è la cucciolata e più va sostenuta la mamma con l'alimentazione.

Se per caso ci si dovesse accorgere che i gattini crescono poco, si può ipotizzare, in assenza di altri sintomi, che la mamma abbia poco latte e allora bisogna fare le aggiunte di latte artificiale. La cosa è molto impegnativa perchè non è per tutti i cuccioli facile allo stesso modo imparare a mangiare dalla tettarella del biberon, dalla siringa o qualsiasi altro strumento si decida di usare. Può diventare un'operazione veloce e pratica o un patema d'animo che ci assilla.

In ogni caso, piccole gastro-enteriti o occhietti che si richiudono sono frequenti, bisogna essere pronti a intervenire con astringenti naturali e colliri. Se la cosa non passa, una chiamata al veterinario per un consiglio su un opportuno antibiotico è d'obbligo.

Dopo circa un mese comincia lo svezzamento, sia con croccantini che con pappa. Dopo un paio di settimane di alimentazione solida si può cominciare a proporre del crudo.

Verso i 40/50 giorni si fa la prima sverminazione, ovvero si somministra una pasta (si compra in farmacia e va rigorosamente prescritta dal veterinario), una settimana dopo ancora si fa il primo vaccino. Noi su consiglio di Bruno e Stefania facciamo solo il trivalente e prima stiamo bene attenti che i gattini siano in perfetta salute, nel dubbio rimandiamo di una settimana. Un mese dopo si replica con la sverminatura e il richiamo del vaccino.

E fin qui solo gli interventi esterni: la spesa "corrente" comincia ad essere evidente dallo svezzamento in avanti... uno crede di aver fatto scorta in casa di pappe... ma ogni momento è buono per i cuccioli di venire a chiedere pappa!!! Noi che facciamo poche cucciolate, tra l'una e l'altra ci dimentichiamo quanto mangiano quei piccini. Siamo ovviamente contentissimi del loro appetito feroce, un po' però ci mette in angoscia, tutte le mattine prima di uscire di casa controlliamo il livello delle scorte... e corriamo ai ripari. Si arriva facilmente una scatoletta da 80 gr a cucciolo 5 volte al giorno... 

Ovviamente i piccoli mangiano solo superpremium kitten, niente latte vaccino, caso mai si integra con parmigiano reggiano, grana e formaggini Tigre (sono quelli con il più alto contenuto di calcio). Ok, adesso ridete e mi prendete in giro ma fermatevi a pensare un momento: alla nascita i maschi pesano dai 110 gr ai 150 gr e le femmine dai 90 gr ai 140 gr... tre mesi dopo hanno tutti superato i 2 kg, qualcuno rasenta i 3 kg... un anno dopo i maschi saranno tra i 7 kg e gli 8 kg e le femmine tra i 4,5 kg e i 6,5 kg. Per mettere su questa gran massa di tessuto osseo, muscolare, nervoso, questo pelo setoso e il fisico atletico che ci aspettiamo da loro... devono mangiare roba buona, non c'è via d'uscita.

Facciamo che il veterinario viene a casa tre volte, infatti gli ambulatori veterinari sono un ricettacolo di agenti patogeni in cui è bene non portare i cuccioli e se si può neanche la madre: viene appena dopo il parto per visitare mamma e piccini, per la prima e la seconda vaccinazione.

Ma torniamo al discorso di partenza: calcoliamo il costo di un cucciolo. Dipenderà dal numero dei cuccioli? Certo più sono e più spalmo le spese. Dipenderà dalla fortuna che ho? Certo, se devo fare un cesareo perché la mamma non ce la fa naturalmente (è capitato già tre volte) le spese crescono di tentissimo e anche l'impegno personale. 

Voi che encomiabilmente mi avete letto fin qui, avete fatto un conto? Io non ho messo tante cifre ma più o meno vi siete fatti un'idea? Sì? 

Beati voi!!! Perché indipendentemente da quello che è il costo di un cucciolo, il prezzo di vendita lo fa il mercato.

Giustamente, dico io, perchè non si può chiedere a tutti di farsi carico delle sfighe, se ne ha avute, dell'allevatore. Ingiustamente perché chi fa le cose a regola d'arte, sul mercato si confronta con quelli che con molti pochi scrupoli se ne fregano di tutte le attenzioni sopra descritte, risparmiano su tutto e alla fine si presentano con prezzi che non sono giustificabili, se non dal taglio di molte delle voci di spesa indispensabili che abbiamo prima citato! Diffidate da cuccioli che costano meno di 600€!

 

Scegliere un gatto di razza

Flirty Rhum DSC 3543Cominciamo con una considerazione: quante volte secondo voi, in una normale conversazione tra amici o conoscenti, all'affermazione "ho preso un gatto" corrisponde la domanda "ah sì? e di che razza?".

Ora pensiamo alla medesima situazione cambiando la parola "gatto" con la parola "cane". Siete d'accordo che la percentuale di risposte "e di che razza?" nel secondo caso sale e non di poco?

Perchè il concetto di Razza fa fatica a entrare nel senso comune nel caso specifico dei gatti e non dei cani?

A me viene da pensare che questa realtà ha profonde radici storiche, dipendenti dal fatto che da sempre il cane è stato addomesticato per svolgere dei "lavori". Infatti esistono cani da caccia, da guardia, da pastore, da soccorso, cani per ciechi, cani per disabili, cani polizziotto, da tartufo etc etc... Per questo motivo le differenti razze sono state studiate a fondo e una volta verificate le loro caratteristiche si adibivano a questo oppure a quell'impiego.

Non è successa la stessa cosa per i gatti in quanto tutti mangiatopi parigrado.

A noi gente degli anni dieci del XXI secolo a cosa ci è utile il concetto di razza? Perché sull'estetica siamo tutti d'accordo, se ci piace o non ci piace lo vediamo a colpo d'occhio. Ma il concetto di razza è ancora un concetto proponibile?

Secondo noi sì, e i motivi principali sono due :

1) se conosci approfonditamente il tipo di gatto che stai per prendere sai se sei in grado di offrire quello di cui ha bsogno oppure no;

2) se la tua casa ha dei limiti fisici o i tuoi conviventi hanno necessità diverse puoi scegliere il gatto che può trovarsi bene a casa tua.

Quindi con un occhio al benessere dell'animale e uno alle logiche della convivenza in famiglia, il fatto di conoscere la razza, ovvero di mettersi in contatto con quelcuno che la conosce bene, ti saprà rassicurare se la scelta che stai facendo può comportare o meno degli inconvenienti o difficoltà.

L'esempio classico che mi viene da fare: il gatto che voglio prendere avrà libero accesso al giardino. Non prenderò uno Sphinx o un gatto tutto bianco che potrebbero ustionarsi se si addormentano al sole. 

Altro esempio: ho altri gatti meticci in casa prenderò un gatto che familiarizza facilmente con altri simili non certo un Turco Van!

Conoscere le particolarità della razza non significa avere garanzia di successo nell'inserimento o nella convivenza, ma di partire col piede giusto per fare la scelta migliore tenendo in considerazione le proprie condizioni, soprattutto quelle che non si possono cambiare. Se uno non può impedire che il proprio gatto esca in giardino, allora che si prenda un gatto molto pigro e sedentario, se una famiglia ha bambini piccoli allora che prenda un Maine Coon che è in grado di giocare senza tirare fuori gli artigli. 

Dei gatti non di razza cosa sappiamo? Che ci piacciono lo stesso tanto per la loro felinitudine ma, in media, nulla più.