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L'allevamento

Il nostro è un  allevamento "per passione". Abbiamo Maine Coon dal 2008 ma solo dal 2010 ...

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Chi Siamo

Siamo Carla e Gianni e un po' di tempo fa decidemmo di prendere una coppia di gatti e quindi abbiamo cominciato a prendere ...

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Codici colore

Rollo 4m Expo DSC 2253Colori colori colori 

Dal punto di vista genetico la cosa è già stata considerata, ora vediamo come vengono considerati in esposizione e quali regole dobbiamo conoscere se vogliamo iscrivere il gatto nel giusto gruppo (varietà).

Senza rispolverare le nozioni di genetica, ricordiamo le varianti fondamentali del mantello dei Maine Coon: Nero, Rosso, Tigrato, non tigrato, con Bianco, senza Bianco, con Silver, con diluizione, senza diluizione, senza colori.

Pensate che queste sono le considerazioni alla base di tutta la classificazione in gruppi per quelle che sono le manifestazioni FiFe.

 

Quindi avremo: (tra parentesi i codici EMS di esempio)
 
Gruppo 1 = nero e sue diluizioni (n = nero, a = blu)
Gruppo 2 = nero tigrato e sue diluizioni (n 21 o 22 etc..= brown, a 21 o 22 etc..= blue tabby)
Gruppo 3 = nero con bianco e sue diluizioni (n 09 o 03  etc...= brown, a 09 o  a 03 etc... = blu con bianco)
Gruppo 4 = nero tigrato con bianco e sue diluizioni (n 09 22 = brown con bianco, a 09 22 = blu tabby con bianco)
Gruppo 5 = rossi e tortie e loro diluizioni sia tabby che solidi (d = rosso, f = tortie, g = tortie blu crema, e = crema + 21, 22, 23, 24)
Gruppo 6 = rossi, tortie e loro diluizioni con bianco sia tabby che solidi (d 09 22 = rossi con bianco tigrato, f 09 22 = tortie tigrato con bianco, g 03 = tortie blu crema con bianco bicolore)
Gruppo 7 = qualsiasi silver senza bianco (ns 21 = black silver tabby, fs = tortie solida con silver, es 03 = silver crema con bianco bicolore, etc...)
Gruppo 8 = qualsiasi silver con bianco sia tabby che solido (gs 09 = tortie blu crema con bianco, e 09 22 = crema tabby con bianco etc...=
Gruppo 9 = bianco con qualsiasi colorazione di occhi.
 
In questa lista non abbiamo inserito codici che non fanno cambiare gruppo, almeno per i Maine Coon, e sono relativi al colore di occhi che comunque va sempre inserito per i gatti bianchi, van e arlecchino (61 = occhi azzurri/blu, 62 = arancio/ gialli, 63 = impari, 64 = verdi).
 
Mentre ancora relativi al pelo e pertinenti al Maine Coon citiamo:                                tabella
                           
01 = van 
02 = harlequin
03 = bicolore
09 = con bianco (meno del 25 % anche solo una fiamma in mezzo agli occhi)
 
Circa la colorazione dei singoli peli:
 
11 = shaded
12 = shell
 
Solo per completezza di informazione, ma non cambia nulla quando si iscrive il gatto in mostra, ogni tipo di tigratura ha un suo codice:
 
22 = blotched 
23 = mackarel
24 = spotted
 
il codice 21 si usa tutte le volte che la macchia di colore è troppo piccola o posizionata in una parte del corpo che impedisce di capire qual è il disegno, come nel caso dei van e degli arlecchino.
 

Le monte esterne

DSC 0090Con questo termine si indicano le monte "comprate" o "vendute" ad altri allevamenti. Per esempio il mio Rhum ha fatto una monta esterna con Roxiestar del Clan Mc Farland ,da cui sono nati 6 splendidi micetti (vincitori di due Best Cucciolate!!!).

Con Alessia, allevatrice del Clan McFarland, ci siamo accordate perchè era nel reciproco interesse vedere come i geni dei nostri gioielli si sarebbero combinati, ma confidavamo in una elevata qualità dei cuccioli e siamo stati soddisfatti.

Allo stesso modo un allevatore agli esordi o che voglia far accoppiare una femmina, ma nel suo allevamento i maschi presenti sono parenti o a riposo, può chiedere ad altri allevatori un accordo per una monta con loro stallone.

Ci possono essere interessi di ordine meramente economico, infatti esiste un "diritto di monta" monetizzabile, oppure interessi di allevamento: voglio introdurre in allevamento un colore che non ho, un caratteristica fisica più forte, un nome prestigioso, o cose simili.

Qualunque siano gli interessi si devono affrontare problemi logistici, contrattuali e sanitari.

Sanitari, perchè l'accoppiamento è una via di trasmissione di alcune malattie, così come condividere la lettiera o le ciotole per il tempo necessario all'accoppiamento. Mi riferisco principalmente a FIV, FELV, Giardia e funghi, pur sapendo che ce ne sono altre pù temibili ma molto più rare.

In generale un gatto che entra in un altro allevamento è una fonte di pericolo perché porta con sé qualcosa con cui gli altri non sono abituati ad avere a che fare. È vero anche il viceversa, anche per il nuovo arrivato c'è qualche rischio potenziale che lo attende. Se i nostri gatti hanno una buona salute complessiva e un buon sistema immunitario, ovvero sono abituati ad uscire, questi pericoli sono del tutto trascurabili. 

Agli altri invece bisogna dedicare molta attenzione. Il consiglio è di accordarsi tra proprietari con sufficiente anticipo sui gatti da mettere insieme così da poter fare due "snap test" a distanza di uno, o meglio due, mesi uno dall'altro, per gli anticorpi FIV e FELV. In pratica sono test che si fanno con una goccina di sangue in ambulatorio veterinario, utilizzando uno stick tipo quelli che si usano come test di gravidanza per gli umani: la righina di confronto rosa e a fianco una barra che si può colorare o no. Hanno una elevata affidabilità e due grandi però:

1 - per evitare "falsi negativi" sono ipersensibili e di conseguenza non sono rari i "falsi positivi": non fatevi prendere dal panico e ordinate subito una PCR (Polymerase Chain Reaction, il vostro veterinario sa cosa e come fare), un test molto più preciso.

2 - esiste il cosiddetto "periodo finestra": dal momento del contagio al momento in cui questi test rilevano la presenza degli anticorpi possono passare uno o due mesi. Lo so, se non ci si conosce bene e non si hanno le stesse informazioni di partenza è una rogna spiegare perchè è importante seguire questa procedura e fare due test. Il rischio è relativamente basso, ma queste sono valutazioni che faccio io dal mio mondo, in cui gli allevatori non hanno gatti che frequentano animali in libertà parziale o totale, non so di situazioni diverse dalla mia. Ognuno penso si debba informare e decidere per sé.

Ultimo consiglio sanitario: chi ospita il gatto altrui dovrebbe fare un esame coprologico a campione dalle lettiere di casa e uno delle feci del gatto da accoppiare. Anche qui i motivi sono due: uno, se ci sono parassiti intestinali è assolutamente il caso di intervenire e un controllo collettivo in allevamento a scadenze regolari è sempre d'obbligo. Secondo motivo, se l'ospite dovesse mai lamentarsi di "presenze indesiderate" al ritorno a casa, voi avrete in mano il certificato che vi scagiona. Sembra eccessivo ma tra allevatori il litigio non è una rarità. Allo stesso modo chi porta il gatto nell'allevamento altrui deve avere con se i due certificati dei test FIV-FELV negativi e quello dell'esame coprologico che attesti l'assenza di parassiti intestinali (Giardia in particolare).

Non sono dell'avviso di fare anche l'esame del Coronavirus perchè se nutrite di questi dubbi sull'allevatore che avete di fronte è meglio che lasciate stare tutto. Non è infatti per niente chiaro quale dev'essere (se c'è) il range di titolazione accettabile. Quindi fare una PCR per valutre la quantità di anticorpi al Coronavirus presenti, per poi non avere proprio nessuno che vi sappia dire se il livello è sicuro, sicurissimo, così così o mah boh... tanto vale tenersi il gatto a casa e cercare sicurezze altrove.

Per il discorso HCM ci sono due scuole di pensiero tra i proprietari di N/N: chi è favorevole agli accoppiamenti con N/P e chi sfavorevole.

Personalmente sono favorevole, ovvero non scelgo il gatto solo su quel parametro. I mei gatti sono tutti N/N quindi se mai dovessi prendere in considerazione un accoppiamento con un N/P andrei a valutare tanti altri fattori e non solo quello. Mi informerei sicuramente sui genitori del gatto in questione, se sono ancora viventi, stessa cosa per i nonni e sarebbe importante che questi gatti siano ancora in allevamento e monitorati annualmente. Escluderli interamente da ogni piano riproduttivo sarebbe una grossa perdita di patrimonio genetico e non ne vedo sufficienti ragioni. Ovviamente di accoppiare due N/P non se ne parla, così come i P/P vanno decisamente sterilizzati.

Il contratto

Come dice il saggio? Patti chiari amicizia lunga! Il mio consiglio è di mettere il più possibile nero su bianco, obblighi di chi ospita e di chi è ospitato, certificati da fare prima, spese di mantenimento, cosa si fa in caso di... e in assoluto mettersi d'accordo sul cosiddetto "diritto di Monta", cioè su cosa spetta al proprietario dello "Stallone" e cosa al proprietario della "Fattrice" (termini tecnici da utilizzare).

In genere l'opzione di scelta spetta al proprietario dello Stallone: se avete scelto il "partner" per motivi legati ai vostri progetti da allevatore allora probabilmente sarete più interessati ad avere uno o due cuccioli (se la cucciolata dovesse essere particolarmete numerosa) da aggiungere al vostro allevamento. Diversamente si può chiedere il controvalore in soldi.

Io prediligo una formula mista quando cedo lo Stallone per monte esterne e nel mio contratto c'è scritto che il diritto di monta è in misura crescente a seconda del numero di cuccioli nati, per ripartire equamente il rischio.

Di sicuro nel contratto scrivo che i cuccioli nati dall'cacoppiamento dovranno essere ceduti alle stesse condizioni contrattuali con cui li cedo io, ovvero con le stesse tutele (no negozi, no senza pedigree, non da riproduzione a meno che non accettino un accordo di mentoring e così via).

La Logistica

Dopo  tutti i preparativi fatti arriva finalmente il momento in cui Lui e Lei si incontrano: ci sono tanti buoni motivi perché sia Lei ad andare a casa di Lui ma certe volte è anche vero il contrario. Pare infatti che il maschio nel suo territorio sia più Macho e più sicuro di sé, e visto che le femmine spesso menano (anche forte!) metterle in un ambiente nuovo le fa essere un pochino meno spavalde, agevolando il compito del maschio. È anche vero che in un ambiente "altro" il maschio può essere messo in soggezione dall'odore di un altro maschio che ha marcato quel territorio precedentemente, e quindi non essere nella condizione di concentrarsi sulla seduzione cella femmina.

D'altro canto, spesso quando Lei va a casa di Lui, o per via della distanza o per via del viaggio in macchina particolarmente sgradito, magari per un carattere troppo timoroso, insomma può succedere che il calore vada via. Se non siete disposti a lasciare la vostra gatta troppo tempo a casa di qualcun altro, al calore successivo preparate l'alcova presso di voi.

Come si prepara un'alcova? Non serve niente di particolare, spesso neanche mangiano né bevono per tutto il tempo, comunque di indispensabile c'è solo la lettiera l'acqua e il cibo. Ma non stupitevi se per 48 ore vivranno solo di amore!

La genetica dei mantelli

Abbiamo parlato in un altro articolo dei possibili aspetti del mantello del gatto, con particolare attenzione al Maine Coon. Tutta questa varietà di colori, in realtà, è governata da poche semplici leggi. Bisogna però conoscere alcune nozioni di  base della genetica per comprendere come funzionano. Il discorso potrà sembrare un pochino complicato, ma non scoraggiatevi!

riproduzioneLe caratteristiche di ogni essere vivente sono stabilite dal corredo genetico, a cui contribuiscono in ugual misura il padre e la madre. Il corredo genetico è costituito da coppie di cromosomi identici, schematizzabili come due X, tranne per quello che determina il sesso. Infatti, in questo caso, uno dei due cromosomi perde una "zampetta", e passa dalla forma a X a una forma a Y. Quando viene generato un nuovo essere vivente, il suo sesso è femminile se la combinazione è XX, maschio se la combinazione è XY.

PunnetIl modo con cui si combinano i geni si visualizza spesso con il cosiddetto quadrato di Punnet. Visto che è uno strumento semplice ma essenziale per lavorare con la genetica, vediamo come si costruisce nel caso della determinazione del sesso. Basta disegnare una griglia 2x2, e sul lato superiore scrivere i geni della madre, e su quello sinistro quelli del padre. Ovviamente, si può fare anche viceversa. Quindi in ogni quadrato di ogni colonna della griglia si riporta il gene corrispondente a quella colonna, in questo caso la X rosa della madre in prima colonna e di nuovo la X rosa della madre in seconda. Poi, in ogni quadrato della riga, si trascrive il gene relativo a quella riga, cioè la X blu del padre e la Y blu del padre. Nei singoli quadrati della griglia ottienamo quindi le possibili combinazione dei geni di padre e madre. La combinazione XX indica una femmina, quella XY indica un maschio. In questo esempio, risulta chiaro che la probabilità di avere un figlio maschio o femmina è del 50%, ma va assolutamente sottolineato che questa probabilità comincia ad aver senso solo per un elevato numero di eventi, cioè di cuccioli nella stessa cucciolata, all'incirca a partire da 10. Poiché ogni evento (nascita) è indipendente da ogni altro, la statistica totale comincia ad aver senso solo per numeri molto elevati di parti, diciamo, per fissare le idee, una decina. Questa considerazione è valida per ogni valutazione statistica, ed è importante tenerlo bene a mente.

Su ogni coppia di cromosomi, ci sono sequenze di decine di migliaia di molecole che determinano tutte le caratteristiche dell'essere vivente. Ogni sequenza del cromosoma controlla una singola funzione, per esempio una sequenza la forma degli occhi, un'altra la lunghezza del femore, ecc. ecc. Queste singole sequenze prendono il nome di geni.

Le coppie di cromosomi sono uguali funzionalmente, nel senso che ogni cromosoma della coppia ha la stessa sequenza di geni, e ognuno dei due geni sui due cromosomi della coppia controlla esattamente la stessa funzione. I geni però non sono esattamente identici, poiché uno dei cromosomi della coppia deriva dalla madre, e uno dal padre, e possono quindi differire per il loro stato. I geni infatti possono essere in due stati, che per semplicità chiameremo "acceso" o "spento". Se il gene è acceso, e questo si esprime indicando il gene con la lettera maiuscola, la funzione corrispondente è attiva, se è spento, la funzione corrispondente non è attiva.

Dalla combinazione dei due geni nella coppia di cromosomi, risulta l'azione complessiva della funzione. Per un gene generico G ci possono quindi essere le combinazione GG (entrambi geni accesi) Gg o gG (uno acceso, uno no), e quella gg (entrambi i geni spenti). Il gene acceso viene indicato come gene dominante, quello spento come recessivo. Per esprimere una caratteristica legata a un gene dominante, basta che sia presente il gene corrispondente. In altre parole, se il nostro gene ipotetico controlla la presenza degli occhi verdi, tutti i gatti nel cui corredo genetico sia presente la combinazione GG, Gg o gG avranno gli occhi verdi. La combinazione GG è detta omozigote, poiché i geni sono nello steso stato, quella Gg o gG eterozigote, poiché i geni sono in due stati diversi. Le due combinazioni Gg e gG sono esattamente equivalenti e quindi se ne indica solo una. La combinazione gg invece, anch'essa omozigote, da luogo a un colore non-verde. Questa affermazione un po' strana dice solo che il colore degli occhi del gatto dipenderà dal resto del patrimonio genetico, ma che di sicuro non sono verdi.

Quindi, per ricapitolare, una particolare caratteristica legata a un gene dominante si manifesterà nel 75% dei casi (sempre assumendo un numero di eventi molto elevato, al limite infinito), quella legata al gene recessivo nel 25%. Nel caso del gene dominante però, solo un soggetto su tre sarà omozigote, gli altri due si porteranno nel loro patrimonio genetico il gene recessivo, che si potrà manifestare nelle future generazioni se si combina con un altro gene recessivo. Diventa importante quindi distinguere tra genotipo, cioè l'insieme del corredo genetico, e fenotipo, cioè l'insieme delle caratteristiche esterne che si manifestano.

Chiarito il ruolo dei geni, possiamo adesso vedere come questo influenza il colore del mantello dei gatti. Il mantello originario del gatto è nero tigrato mackerel, quindi con ogni pelo a bande alternate chiare e scure (agouti) e tigratura a linee sottili verticali, dove si alternano zone con pelo a bande e zone con pelo uniforme. Il colore nero si esprime grazie a un gene Black, dominante. Nei Maine Coon, l'unica combinazione ammessa è quella eterozigote dominante BB. Nelle altre razze, come ad esempio il Sacro di Birmania, sono presenti anche altre varianti, legate al fatto che B ha due geni recessivi possibili, b e bl. Il primo, nella combinazione omozigote recessiva bb, da il colore chocolate, il secondo blbda il colore cinnamon (cannella).

Nel corso dell'evoluzione, una mutazione genetica ha fatto sì che il pigmento nero tipico del gatto ancestrale si tramutasse, sotto l'azione di nuovo gene, in un pigmento rosso. Questo effetto, gestito dal gene mutato Orange, rende rosse le zone del pelo che in origine erano nere. In altre parole, nel pelo non c'è più un'alternanza di banda nere e chiare, ma di bande rosse e chiare. Questo gene, quando è acceso (quindi O grande), copre l'azione del gene Black, quindi è in grado di trasformare il nero in rosso anche nella sua espressione eterozigote Oo (O grande o piccolo). Questa azione di copertura tecnicamente si chiama epistasi (dal greco epistasis, posizione dominante), poiché un gene maschera l'azione di un'altro gene. Nella sua espressione omozigote oo (o piccolo o piccolo), il gatto rimane non-rosso, e quindi nero. La Natura però ha voluto farci un bello scherzo, e ha localizzato questo nuovo gene mutato Orange proprio sulla zampa del cromosoma sessuale X che viene persa quando si trasforma in Y. Quindi, il gene per il rosso è portato solo dal cromosoma X, ed è allora un gene legato al sesso. In questo caso, il quadrato di Punnet si complica un pochino, poiché va tenuto presente anche il sesso del gatto. Vediamo cosa succede mettendo insieme un maschio nero XY o- e una femmina rossa XX OO. 

PunnetNeroRosso

Innanzitutto, vediamo che il gatto nero ha un solo gene per il colore rosso, nella sua forma recessiva o. L'altro gene della coppia è mancante, poiché il maschio ha un solo cromosoma X, e si indica con un trattino -. La femmina invece contribuisce con entrambi i cromosomi O. Guardiamo innanzitutto la seconda riga del quadrato, dove c'è solo la combinazione dei cromosomi sessuali XY. I maschi che nascono da questo accoppiamento sono entrambi rossi (O-), quindi ereditano il colore della madre. Sulla prima riga ci sono invece solo le combinazioni XX, quindi femmine, che hanno entrambi i geni O e o, uno ereditato dalla madre, uno dal padre. DI che colore saranno queste femmine Oo? In teoria, la O è dominante, quindi dovrebbero essere rosse. In pratica, avviene un fenomeno particolare durante la fase di crescita dell'embrione, legato al fatto che il gene Orange è sul cromosoma sessuale X. Infatti, mentre le femmine hanno due cromosomi X, il maschio ne ha uno solo, e quindi tutti gli altri geni presenti sul cromosoma X hanno, nel maschio, una possibilità di espressione genica dimezzata. In parole semplici, i geni del maschio sul cromosoma X produrrebbero la metà delle proteine dei geni della femmina, con il risultato di un svantaggio competivo evidente. Madre Natura ha posto rimedio a questo problema facendo sì che, in tutte le cellule della femmina, durante lo sviluppo embrionale uno dei due cromosomi X si disattivi, in maniera assolutamente casuale cellula per cellula e, per tutte le cellule, in un momento casuale durante lo sviluppo del feto. Il risultato, dal punto di vista del mantello, è che le cellule responsabili della produzione del pigmento del pelo potranno produrre o pigmento rosso, o pigmento nero, dando luogo a quella mescolanza di colori rosso e nero tipico delle tortie. Se l'inattivazione avviene precocemente, quando ancora le cellule sono poche, le duplicazioni successive di una cellula in cui è stato attivato uno dei due geni, diciamo quello per il colore rosso, mantengono lo stesso colore, e analogamente per il nero. Questo produce un mantello a larghe macchie rosse e nere. Se invece l'inattivazione avviene tardi, i due colori appaiono ben mescolati. Quindi, ricapitolando, dall'accoppiamento tra un maschio nero e una femmina rossa, nascono femmine tortie e maschi rossi.

L'espressione dei colori nero e rosso attraverso i geni Black e Orange può essere modificata dall'azione del gene Dense. Nella condizione più comune, con la coppia DD, il gatto ha colore nero o rosso. Nella sua versione omozigote recessiva dd, la distribuzione del pigmento nei peli diventa disomogenea, con il risultato di avere maggior riflessione della luce e quindi un colore più diluito, meno intenso. Il corredo genetico BB-oo-dd dà luogo a gatti color grigio-blu, mentre quello BB-OO-dd a gatti color crema, e quello BB-Oo-dd a tortie blue-crema. 

PunnetDiluito

Il fatto che il colore diluito si manifesti solo quando il gene Dense è nella sua forma omozigote recessiva dd fa sì che sia necessario accoppiare gatti entrambi con colore diluito per ottenere cuccioli con colore diluito. Questo può però avvenire anche se uno dei genitore non esprime il gene della diluzione, ma lo porta nel suo patrimonio genetico, frutto per esempio di un ascendente. Infatti, accoppiando un Dd con un dd, dal quadrato di Punnet relativo si vede che, statisticamente, la metà dei cuccioli ha colore diluito, e la metà no, anche se porta con sé il gene recessivo relativo.

Un altro gene epistatico, cioè che maschera l'azione di altri geni, è quello legato alla presenza di macchie bianche nel mantello. Questo gene, detto piebald Spotting (a macchie pezzate), maschera in quelle zone l'espressione dei geni Orange e Black. Questo gene agisce durante lo sviluppo embrionale, impedendo alle cellule che generano il pigmento di raggiungere la loro posizione. Se sulle aree dove il gene agisce è presente del pelo, questo pelo risulta bianco. Se invece c'è pelle, come sul naso o sui polpastrelli, questa viene depigmentata a rosa. Il gene è dominante, anche se la sua espressione è variabile. Ci sono forti indicazioni che la versione dominante omozigote SS dia aree bianche di maggiore estensione rispetto alla versione eterozigote Ss, per quanto la quantità e la localizzazione delle macchie dei figli a partire da quella dei genitori sia al momento impredicibile. La versione omozigote recessiva ss ovviamente non dà macchie bianche.

Una versione rinforzata del gene S è quella del gene White, che da luogo a un mantello completamente bianco. Si tratta di un gene dominante, quindi sia la combinazione WW che quella Ww danno lo stesso risultato. Il meccanismo di azione è il medesimo del gene S, solo che interessa tutto il mantello del gatto. Si manifestano però degli altri effetti. Infatti, le cellule embrionali che originano il pigmento della pelle generano anche il pigmento del fondo dell'occhio e le cellule pigmentate dell'orecchio interno. Se l'azione del gene, nella fase della separazione iniziale delle cellule, si rivolge alle cellule responsabili della formazione del tessuto oculare, l'inibizione della pigmentazione si traduce nel fatto che quell'occhio avrà, al termine della crescita, colore blu o azzurro chiaro. Naturalmente, può succedere che un occhio sia depigmentato e l’altro no, dando luogo agli affascinanti occhi impari. Se l'azione del gene colpisce anche i tessuti auricolari, si può avere malfunzionamento o sordità, mono o bilaterale. Non ci sono comunque certezze in questo senso, e le regole di ereditarietà del colore degli occhi e della sordità sono ancora da stabilire, e solo qualche indicazione statistica ci può aiutare. 

OcchiBlu

La prima cosa da notare è che se il cucciolo ha delle macchie colorate sul capo, una traccia del colore mascherato dal gene W, la probabilità che sia sordo è attorno al 30%, mentre sale al 50% se le macchie non ci sono. La possibile spiegazione è che se sono arrivate a destinazione un po' di cellule del pigmento del pelo, è plausibile che sia accaduto lo stesso per quelle dell'orecchio interno, sufficienti talvolta a evitare la sordità. La seconda correlazione è quella con il colore degli occhi. 
Sulla base di una serie di studi condotti in varie nazioni, e visualizzati nella figura a sinistra, gatti con entrambi gli occhi gialli hanno una probabilità di sordità del 10-20%, gatti con occhi impari probabilità del 30-40%, gatti con entrambi gli occhi blu probabilità di sordità attorno al 60-80%. Si noti che quando si parla di sordità, essa può essere sia mono che bilaterale, equivalenti dal punto di vista genetico.

Finora ci siamo occupati implicitamente solo di gatti con colore solido, cioè senza nessuna tigratura. Come detto in un'altro articolo, il disegno della tigratura dipende da due condizioni; una è la presenza di pelo agouti, cioè in cui il singolo pelo non ha colore uniforme ma a bande alternate chiare e scure, l'altra è la presenza di bande alternate dove è presente pelo agouti (a bande alternate chiare e scure e quindi più chiaro) e pelo non-agouti (pelo unifome e quindi più scuro). Le zone dove il pelo è più scuro si chiamano markings (striature) della tigratura, Ciascuno di questi caratteri è controllato da un gene. II fatto che il pelo sia a bande oppure no dipende dal gene Agouti. Il gatto ancestrale ha il pelo agouti, e quindi l'espressione dominante AA è quella naturale, mentre la combinazione recessiva aa rende il pelo uniforme. Quindi nel gatto AA, oppure Aa (pelo agouti dominante) esiste il pelo a bande, e quindi sono possibili i disegni della tigratura, mentre il gatto aa non ha pelo agouti e non è (o non dovrebbe essere) tigrato. Il disegno della tigratura invece è gestito dal gene Tabby. Nella sua forma dominante omozigote TT da origine al disegno tabby mackerel, a righe parallele. La sua forma recessiva viene indicata con tb-tb, poiché luogo al disegno tabby classic, o blotched. La forma intermedia spotted non è dovuta a un gene particolare, ma a un insieme di più geni modificatori, non ancora identificati, che interrompono le linee parallele del mackerel e originano il disegno spotted. Gli stessi geni modificatori sono responsabili della dominanza incompleta del mackerel sul blotched. Il genotipo T-tb è spesso un mackerel non ben definito, con i due pattern che si mescolano tra loro. Per completezza, citiamo il gene Ticked Ta, che quando si esprime in forma dominante (TaTa o Tata) è epistatico (copre) tutti gli altri geni responsabili del disegno. Questo disegno della tigratura dà luogo per esempio al classico mantello del gatto Abissino.

Bisogna ricordare anche che il gene Agouti e il gene Tabby sono geni diversi, e che quindi un gatto solido porta con sé, a livello di genotipo, il gene della tigratura, qualunque sia, e che questo si può esprimere di nuovo qualora la progenie fosse tigrata. Inoltre, nei cuccioli solidi neri con gene Tabby non espresso, è comunque riconoscibile una tigratura fantasma, che spesso è ancora identificabile da adulto, guardando il pelo con luce radente. Nei gatti con gene Orange dominante poi, l'azione del gene non-agouti aa è assolutamente inefficace, tanto che è estremamente difficile avere gatti rossi solidi. La cosa è evidente anche nelle tortie tigrate, che hanno la tigratura molto più netta ed evidente nelle zone nere che in quelle rosse.

Come ultimo argomento, affrontiamo i colori silver, dove è presente uno sbiancamento della base del pelo, che può andare da un terzo a due terzi della lunghezza del pelo stesso. Nel primo caso, nei gatti con colore solido, si parla di colore smoke, nel secondo di shaded. Nei gatti tigrati, l'effetto silver è di schiarire la base del pelo nel marking delle tigrature, e rendere le bande del pelo color argento nelle zone con pelo agouti tra i markings. Nei Maine Coon, la teoria a un solo gene rende conto di quasi tutti gli aspetti fenotipici del mantello e quindi ci appoggeremo a quella. Il gene responsabile viene chiamato gene Inibitore della melanina, e nella sua espressione dominante II o Ii genera lo sbiancamento del pelo alla base, mentre nella versione recessiva ii non da luogo ad alcun effetto. Sulla base di questo semplice modello, è possibile prevedere la presenza del silver nella progenie, ma non rendere conto di tutti i dettagli, come il contrasto e l'estensione dello sbiancamento. I fattori genetici coinvolti nella produzione del silver ideale, solido o no, sono complessi. Non solo ci sono molti geni che interagiscono, ma i geni a volte non si esprimono pienamente, o sono in conflitto uno con l'altro. Ad esempio, il gene inibitore della melanina talvolta fa un pessimo lavoro nel bloccare la produzione del pigmento, risultando in un sottopelo troppo grigio, oppure con tonalità giallastre. Allo stesso modo, non-agouti mal espressi o sovra-espressione del gene inibitore della melanina possono generare un gatto dal mantello smoke pallido e slavato. Poligeni vari (insiemi di geni correlati), fattori legati all'influenza ambientale sull'espressione dei geni (epigenesi), o geni modificatori non ancora identificati si ritiene che portino a diversi fenotipi di colorazione, alcuni ritenuti più desiderabili rispetto ad altri da parte degli allevatori.