Mi commuovo ancora pensando a lei. Si chiamava Lucky perchè era l'unica sopravvissuta di 4 fratelli.
Il padre era in casa con me, sembrava un Maine Coon ante litteram, (nato nel garage di un mio amico) chiamato Spillo perchè sembrava un puntaspilli quando piccino piccino l'ho portato a casa. La mamma l'abbiamo recuperata da un cassonetto, rimessa in forze, e non appena ha avuto le sue certezze biologiche di vita, protezione e affetto è andata subito in calore e Spillo ... zacchete!
Ma evidentemente non era passato abbastanza tempo e dei quattro cuccioli una sola fortunata è restata a farmi compagnia. Lucky... appunto
È stata con me per 17 anni... e non devo dire altro.
Quando ho dovuto accompagnarla per l'ultima volta, non avevo più lacrime, eppure ne ho trovate mille altre.
Tutti mi dicevano di prendere subito un altro gatto, ma non potevo: quella era ancora la sua poltrona, quello il suo cuscino e quello ai miei piedi nel letto era ancora il suo posto.
Per mesi e mesi ho continuato a guardare dietro alla porta tutte le sere che rientravo dal lavoro, e tutte le sere una stretta che saliva alla gola... Lucky non c'èra, non ci sarebbe stata mai più.
Non ti dimenticherò mai tesoro mio.
Non perchè tu fossi il gatto più intelligente, il più furbo o chissà quale altro primato tu abbia mai raggiunto, ma perchè hai tirato fuori da me una marea di sentimenti e di emozioni, mi hai fatto compagnia, mi hai scaldato, mi hai tenuto sveglia, hai giocato con me, mi hai guardato, mi hai ignorato, mi hai sgridato... eri la mia compagna, la mia bambina, il mio cuscino di pelo. Il mio gatto.